un audio documentario di Ornella Bellucci

con: Xhiko Mukaj, Ermal Rapushi, Lisa Çala, Piero Pugliese, Alessandro Leogrande

montaggio e mix: Gianluca Stazi
produzione: Tratti Documentari

traduzioni: Irida Çami e Coralie Bidault

Durata: 22′

 

La sera del Venerdì santo del 1997, una piccola imbarcazione albanese stracarica di profughi, la Kater I Rades, viene speronata da una corvetta della Marina militare italiana al largo delle coste pugliesi. È uno dei più gravi naufragi della storia recente del Mediterraneo: muoiono 81 persone, in gran parte donne e bambini. Molti corpi non verranno mai recuperati, i sopravvissuti sono solo 34.
Il naufragio della Kater I Rades, avvenuto in quel lembo di mare che separa l’Italia dall’Albania, mentre nel piccolo paese balcanico infuriava una sanguinosa guerra civile, segna uno spartiacque nella percezione dei viaggi dei migranti. Per la prima volta, l’applicazione delle politiche di respingimento in alto mare provoca un immane disastro. Un disastro politico, non naturale.
Un lungo processo ha provato a ristabilire la verità, cosa sia effettivamente accaduto la sera del 28 marzo del 1997. Tra mille ombre e depistaggi, un briciolo di verità è stato ristabilito. È stato condannato il comandante della corvetta italiana, è stato stabilita la dinamica dell’impatto (in seguito a un lungo, estenuante inseguimento della carretta del mare da parte di una nave molto più grande), almeno in parte è stato smontato il muro di gomma eretto dai militari. Tuttavia è stato impossibile stabilire la responsabilità (pure evidente) degli alti vertici della Marina che hanno impartito gli ordini di harassment, cioè di “disturbo intenzionale” della navigazione di una imbarcazione di civili che scappavano da un conflitto. Non è stato possibile farlo, perché molte prove sono letteralmente “scomparse”.
Di fronte a questa triste vicenda in cui scompaiono dei corpi, e allo stesso tempo la verità circa la loro morte, l’unica operazione dignitosa è quella di provare a ricostruire come sono andate le cose. Non solo: è importante ricostruire la vita delle persone che erano sulla Kater i Rades. Le voci dei sopravvissuti, il dolore dei parenti, le storie minute di chi fuggiva, i loro sogni, i loro desideri, la loro percezione dell’Italia, del rumore del mare, degli ordini della Marina militare.
Da allora sia l’Albania che l’Italia sono molto mutate. I viaggi dei migranti seguono la rotta Nord Africa-Lampedusa. Non più quella che dall’Albania va verso Otranto e il Salento. Benché l’immigrazione sia tuttora l’evento sociale più importante della nostra contemporaneità, una spessa patina di oblio ricopre ciò che accaduto negli anni novanta, quando tutto cioè ha avuto origine in forme più massicce rispetto ai decenni precedenti.
Per questo, ricordare un evento del genere, farlo rivivere ora, a tanti anni di distanza, vuol dire far irrompere quel passato nel nostro presente per meglio comprendere entrambi. Allo stesso tempo raccontare le storie delle vittime, vuol dire ricostruire la loro dimensione umana, vittima – al di là del naufragio – di una intensa opera di disumanizzazione, che incomincia proprio con il negare la complessità delle loro esistenze, riducendole a meri numeri all’interno dei flussi migratori.

Alessandro Leogrande

Kater I Rades

L’audio documentario “Kater I Rades” è stato presentato in anteprima al festival Teatri di Vetro 7
ed è liberamente tratto dal reportage “Kater I Rades, il naufragio che nessuno ricorda” di Ornella Bellucci, trasmesso da Rai Radio3 dal 26 al 30 marzo 2012.

I testi relativi alle comunicazioni intercorse tra i comandi di terra e le navi impiegate nel Canale d’Otranto il 28 marzo 1997
sono tratti da Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” di Alessandro Leogrande (Feltrinelli 2011),
Premio Ryszard Kapuściński, Premio Paolo Volponi e Premio Marincovich.

Gli inserti processuali sono attinti dall’archivio sonoro di Radio Radicale.

Dans la soirée du Vendredi Saint 1997, une petite embarcation albanaise remplie de refugiés, le Kater I Rades, est éperonnée par une corvette de la Marine militaire italienne au large des côtes des Pouilles. C’est l’un des naufrages les plus graves de l’histoire récente de la Méditerranée : 81 personnes meurent, en grande partie des femmes et des enfants. Beaucoup de corps ne seront jamais retrouvés, il n’y a que 34 survivants.
Le naufrage du Kater I Rades, qui s’est produit dans cette langue de mer s’éparant l’Italie de l’Albanie, alors qu’une guerre civile sanglante sévissait dans le petit pays balkanique, marque un tournant dans la perception des voyages des migrants. Pour la première fois, l’application des politiques de refoulement en haute mer provoque une effroyable catastrophe. Une catastrophe politique, pas naturelle.
Un long procès a essayé de rétablir la vérité, sur ce qui s’est effectivement passé la soirée du 28 mars 1997. Entre zones d’ombre et manipulations, un brin de vérité a été rétabli. Le commandant de la corvette italienne a été condamné, la dynamique de la collision (à la suite d’une longue et exténuante poursuite du vieux rafiot par un navire beaucoup plus grand), le mur d’indifférence érigé par les militaires a été, au moins en partie, démantelé. Toutefois, il a été impossible d’établir la responsabilité (quoiqu’évidente) des hautes sphères de la Marine qui ont donné les ordres d’harassment, à savoir de “gêne intentionnelle” de la navigation d’une embarcation de civils fuyant un conflit. Il n’a pas été possible de le faire parce que de nombreuses preuves ont littéralement “disparu”.
Face à cette triste affaire, où des corps disparaissent, en même temps que la vérité concernant leur mort, la seule attitude convenable est d’essayer de reconstruire comment les choses se sont produites. Non seulement cela, mais il est également important de reconstruire la vie des gens qui étaient sur le Kater I Rades. Les voix des survivants, la douleur des proches, les histoires détaillées de ceux qui fuyaient, leurs rêves, leurs désirs, leur perception de l’Italie, le bruit de la mer, des ordres de la Marine militaire.
Depuis lors, l’Albanie comme l’Italie ont beaucoup changé. Les voyages des migrants empruntent la route Nord Afrique-Lampedusa et, non plus celle qui, de l’Albanie va vers Otrante et le Salento. Bien que l’immigration soit aujourd’hui encore l’évènement social le plus important de notre contemporanéité, une épaisse patine d’oubli recouvre ce qui s’est produit dans les années quatre-vingt-dix, alors que tout ceci avait lieu de façon plus massive que lors des décennies précédentes.
C’est pourquoi, se rappeler un tel évènement, le faire revivre maintenant, après tant d’années, signifie faire rejaillir ce passé dans notre présent pour mieux comprendre l’un et l’autre. Raconter les histoires des victimes, signifie également, reconstruire leur dimension humaine, victime –par-delà le naufrage– d’une importante œuvre de deshumanisation, qui commence justement par la négation de la complexité de leur existence, en les réduisant à de simples numéros à l’intérieur des flux migratoires.

réalisation: Ornella Bellucci
montage et mixage son: Gianluca Stazi
production: Tratti Documentari

Documentaire – 2013 – Italy – 22’

Kater I Rades: Script


Link:
NEWS: Kater I Rades
PROGETTO: Racconti Invisibili

tdv7

Teatri di vetro 7
Festival delle arti sceniche contemporanee
Roma, 23 – 30 aprile

C’è una bellissima storia che Marjane Satrapi riporta in Pollo alle prugne, la sua graphic novel più tragica ed ironica.
A cinque uomini viene chiesto di entrare in una stanza buia dove è rinchiuso un misterioso animale. Ad ognuno viene dato il compito di definire l’animale attraverso il tatto.
Un uomo dice che è un enorme tubo; un altro che è una colonna; un altro corregge “le colonne sono quattro, le ho contate!”; il quarto uomo dice “è un grande ventaglio”; l’ultimo “vi sbagliate tutti! è una sedia”.
Poi viene accesa la luce.
E appare l’elefante.

Così la Satrapi introduce, all’interno di una piccola vicenda personale, in forma di metafora delicata, il tema della conoscenza.

La realtà è là. Ognuno ne tocca e ne conosce una parte.
Accendendo la luce (un gesto collettivo?) possiamo cogliere la realtà nella sua complessità, mettere insieme i giudizi parziali e nominarla.

In quel misterioso animale, nel buio della stanza, esaminato da mani, sensibilità e menti diverse, vedo la scena contemporanea.

In sette anni di festival, produzioni, laboratori, monitoraggio, incontri, progetti speciali e molte altre azioni ibride e a volte difficili da narrare, Teatri di Vetro, ha ribadito la necessità di porsi in una prospettiva di conoscenza, di elaborazione teorica, oltre che pratica, intorno al suo misterioso animale, assemblaggio di parti dall’apparenza autonoma e così originale nella composizione, che (per semplicità? per convenzione?) chiamiamo scena contemporanea. Ha cercato di accendere luminescenze, proiettori di taglio, qualche lampada fioca sui dettagli che sembravano più significativi e ha continuato ad intrecciare gli sguardi, a comporre le parzialità perché la visione dell’intero fosse via via possibile.

Negli anni di una crisi mondiale che oggi sembra insuperabile e prende la fisionomia del danno permanente, abbiamo guardato la nostra paura, imparando, dai nostri maestri, che il teatro è quel luogo in cui gli uomini e le donne si confidano i loro segreti, in cui si disattivano i grandi apparati mediatici e il mondo diventa a misura di vivente, nella corporeità, nell’esperienza diretta delle cose.

Siamo andati avanti e a volte abbiamo fatto passi indietro.
E forse la progettualità non è altro che il reiterato tentativo umano di aderenza al proprio oggetto, animale antico e misterioso, permanente, come il teatro e come l’elefante.

Roberta Nicolai
Direttrice artistica


“Racconti invisibili”
Sezione Audio Documentari

Racconti Invisibili è il nome della nuova sezione dedicata all’audio documentario all’interno del festival Teatri di Vetro.

Tre appuntamenti per incontrare il lavoro di un’autrice,
tre ascolti collettivi in uno spazio dove sedersi intorno ad un tavolo con lʼintenzione di passare da un momento di ascolto a uno di dialogo.

Partiamo da qui: un audio documentario di creazione è il risultato di un lungo lavoro di preparazione, di sopralluoghi, di ricerca di voci, di scelta dei luoghi, di ascolto del territorio, di montaggio e di cura del suono; una eco sonora del reale attraverso il punto di vista di un autore.

Arriviamo qui: una stanza, un tavolo, le sedie per sedersi e formare un circolo, una storia da ascoltare guardando chi ti sta accanto.

In Italia c’è un crescente numero di autrici e autori indipendenti che, nonostante una totale assenza di supporto istituzionale, dal silenzio continua a costruire un nuovo mondo sonoro.

TDV7_Racconti Invisibili: monografica di Ornella Bellucci
giornalista professionista, collabora con Lo Straniero, Radio3, il manifesto, RadioArticolo1, Rassegna sindacale. Attualmente cura la regia del programma Passioni, trasmesso da Rai Radio3.

Abbiamo individuato allʼinterno dei lavori radiofonici di Ornella, un segnale di trasformazione delle forme e degli schemi che caratterizzano, attualmente, lʼaudio documentario in Italia, un segnale (di trasformazione) che abbiamo voluto amplificare nella rielaborazione dei tre lavori proposti negli ascolti collettivi allʼinterno del festival.

Ilva, cʼera una rivolta
Il 2 agosto 2012, dopo il sequestro dellʼarea a caldo dellʼIlva, tra le maggiori acciaierie dʼEuropa, unʼonda nuova scuote Taranto. Per la prima volta, cittadini e lavoratori, insieme, prendono la parola. Per dire che ambiente e lavoro possono e devono stare insieme. Alcuni di loro, organizzati in comitato, conquistano il palco sindacale allestito nella centrale Piazza della Vittoria. Quella piazza quel giorno fa di Taranto la base della denuncia civile, compatta ed esportabile, contro il “malgoverno” e verso la riappropriazione di spazi inviolabili di vita.

Il buco nel mare
Il buco nel mare è un viaggio nella memoria di un figlio della Taranto umida e malfamata, subalterna a quella dello sviluppo industriale. È il sogno miope e romantico di un uomo, ora sui cinquanta, di restituire la città al mare e il mare alla città.

Kater I Rades
Il 28 marzo del 1997 nel canale d’Otranto, nel Mediterraneo, la Kater I Rades, una carretta albanese, viene speronata da una corvetta della Marina Militare Italiana e cola a picco. I morti sono 81, in gran parte donne e bambini. A 15 anni di distanza dalla strage, questo documentario torna sull’evento dando la parola ad alcuni dei 34 sopravvissuti e ai
familiari delle vittime. Il naufragio della motovedetta albanese segna uno spartiacque nella percezione dei viaggi dei migranti verso l’Italia.

I lavori saranno saranno presentati allʼinterno di tre ascolti collettivi in uno spazio dove sedersi intorno ad un tavolo, insieme allʼautrice, con lʼintenzione di passare da un momento di ascolto a uno di dialogo.

Quando:
26 aprile h 19.00 Kater I Rades
27 aprile h 20.00 Il buco nel mare
28 aprile h 21.30 Ilva, c’era una rivolta

Dove:
La Villetta,
via degli Armatori 3 (Garbatella)
Roma

Ingresso libero su prenotazione

Informazioni e prenotazioni TDV
dal lunedì al venerdì, 06 45553050
tdv7@triangoloscalenoteatro.it

Teatri di Vetro 7
Direzione Artistica
Roberta Nicolai
Produzione
Elisa Vago
Segreteria organizzativa e Consulenza artistica
Andrea Grassi
Comunicazione, Direzione editoriale e Consulenza artistica Musica
Enea Tomei
Organizzazione e Segreteria di Direzione
Marco Di Nardo
Consulenza artistica Danza
Anna Lea Antolini
Consulenza artistica Arti Visive
Daniele Spanò
Consulenza artistica Audio Documentari
Gianluca Stazi

Link:
teatridivetro.it

Il 28 marzo del 1997 nel canale d’Otranto, nel Mediterraneo, la Kater I Rades, una carretta albanese, viene speronata da una corvetta della Marina Militare Italiana e cola a picco. I morti sono 81, in gran parte donne e bambini. A 15 anni di distanza dalla strage, questo documentario torna sull’evento dando la parola ad alcuni dei 34 sopravvissuti e ai familiari delle vittime. Il naufragio della motovedetta albanese segna uno spartiacque nella percezione dei viaggi dei migranti verso l’Italia.

KaterPoster4

Crediti
regia: Ornella Bellucci
montaggio e mix: Gianluca Stazi
produzione: Tratti Documentari

Durata:
22′

“Kater I Rades” è stato presentato in anteprima al festival Teatri di Vetro 7 ed è liberamente tratto dal reportage “Kater I Rades, il naufragio che nessuno ricorda”” di Ornella Bellucci,
trasmesso da Rai Radio3 dal 26 al 30 marzo 2012.

I testi relativi alle comunicazioni intercorse tra i comandi di terra e le navi impiegate nel Canale d’Otranto il 28 marzo 1997
sono tratti da “Il naufragio” di Alessandro Leogrande (Feltrinelli 2011).

Gli inserti processuali sono attinti dall’archivio sonoro di Radio Radicale.

Periodo di lavorazione
riprese audio:
prima fase di montaggio:
editing finale e mix: marzo-aprile 2013

ABBIAMO PUBBLICATO L’AUDIO DOCUMENTARIO “KATER I RADES” CLICCA QUI PER ASCOLTARLO