Ascolto dell’audio documentario “Ilva, c’era una rivolta“ alla Casa del Cinema di Roma

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Martedi, 17 settembre 2013

ore 16:30
Assemblea pubblica per un laboratorio permanente Rai di produzione e formazione di cinema documentario e audio documentario.

dalle ore 19:00
I vivi e i morti di Goro, di Sergio Zavoli (1961)
Ritorno a Srebrenica, di Santo Della Volpe (2012)
Zona Pericolosa, di Citto Maselli (1959)
Estatti da Mare nostrum (2003) e Schiavi (2013) di Stefano Mencherini
Ilva, c’era una rivolta di Ornella Bellucci (2013)
E’ stato morto un ragazzo di Filippo Vendemmiati (2010)
I giorni della rabbia di Amedeo Ricucci (2009)
Terre in moto di Michele Citoni, Angela Landini, Ettore Siniscalchi (2006)
I paesaggi del sale di Lucio Gaudino (1995)

Link:
TRAILER: Ilva, c’era una rivolta
NEWS: Ilva, c’era una rivolta
PROGETTO: Racconti Invisibili

Casa del cinema

un audio documentario di Ornella Bellucci

scrittura: Ornella Bellucci e Gianluca Stazi
montaggio e mix: Gianluca Stazi
produzione: Tratti Documentari

Durata: 18′

 

Ho cominciato a occuparmi dell’Ilva di Taranto nel ’97, a due anni dalla privatizzazione dello stabilimento, svenduto dall’IRI al gruppo Riva dopo oltre vent’anni di gestione pubblica.
La fabbrica di Stato era un’altra cosa: le assunzioni erano a tempo indeterminato, i lavoratori venivano addestrati alla sicurezza, il sindacato era presente. Gli infortuni, i morti sono stati meno, molti meno, di quelli prodotti fin qui dalla gestione Riva. Le malattie professionali, che allora hanno cominciato a insidiare i lavoratori, sono emerse dopo.
Oggi a Taranto il lavoro si concentra ancora nel siderurgico. Vi sono impiegati gli allora giovani che hanno dato il cambio ai padri, incontrando un destino più amaro: contrattuale e di sopravvivenza, all’interno e all’esterno dello stabilimento. Lavoratori tenuti sotto scacco con contratti capestro, mai formati alla sicurezza, riluttanti a contatti con le organizzazioni sindacali (tranne quelle filo-padronali, dall’era Riva maggioritarie in fabbrica). Anni duri, in cui il sindacato – la Fiom Cgil in particolare – è stato presente più di oggi alle loro istanze. E alle prime “storture”, anche certo ambientalismo ha preso a muoversi. Queste parti sociali, negli anni, non hanno coagulato proposte d’insieme: il binomio lavoro-ambiente è difficile da difendere. Anche se il lavoro è precario, invalidante, mortale. E l’ambiente avvelenato, violentato dai costi di quel lavoro. Che però frutta, e molto, alla proprietà. Il gruppo Riva è tra i maggiori produttori dell’acciaio mondiale, ha stabilimenti in tutto il globo. Dal solo sito tarantino – oltre 12 mila dipendenti, e circa 3mila nell’indotto – cava il 70 per cento della produzione: dieci milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, più o meno. È tra i maggiori stabilimenti siderurgici europei, oggi sotto accusa per, semplificando, “disastro ambientale”. L’aumento di patologie correlate all’inquinamento prodotto dall’Ilva a Taranto e provincia è vertiginoso, ben oltre la media nazionale. E non risparmia bambini e nascituri.
Era il 2 agosto scorso, a giorni dal sequestro senza facoltà d’uso dell’area a caldo dell’Ilva, quando Taranto – quella Taranto fin lì senza collante, invisibile – è scesa in piazza. C’era stata, sì, la chiamata dei sindacati. E anche gli ambientalisti avevano fatto la loro parte. Ma molte sono state le adesioni personali o poco di più, a quel moto improvviso – di storie, di rabbia – che chiedeva, consapevolmente, la stessa cittadinanza per diritti del lavoro e dell’ambiente. Un moto che, fuori dalla chiamata degli organizzatori e lontano da sigle, si è trovato incanalato nei due cortei – uno per i dipendenti Ilva, l’altro per i lavoratori dell’indotto – sciolti in piazza della Vittoria. Lì i segretari sindacali avrebbero dovuto tenere il comizio, aperto a politici e ambientalisti.

Ornella Bellucci

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“Ilva, c’era una rivolta” è stato presentato in anteprima al festival Teatri di Vetro 7 ed è liberamente tratto dal reportage “Ilva, tra lavoro e ambiente” di Ornella Bellucci, trasmesso da Rai Radio3 dal 15 al 19 ottobre 2012.

Ascolti collettivi:
Roma – Teatri di vetro 7 – 26 aprile 2013
Bellaria – Bellaria Film Festival – 1 giugno 2013
Venezia – Goletta verde – 22 maggio 2013
Roma – Isola del cinema – 4 agosto 2013

Link:
NEWS: Ilva, c’era una rivolta
PROGETTO: Racconti Invisibili

Ilva, c’era una rivolta“ all’isola del Cinema di Roma
Domenica 4 agosto, ore 23:20

Ornella Bellucci presenterà l’audio documentario all’interno di una quattro giorni dedicata al cinema documentario per sostenere il progetto LaboreRai: laboratorio permanente Rai di produzione e formazione di cinema documentario e audio documentario.

Link:
TRAILER: Ilva, c’era una rivolta
NEWS: Ilva, c’era una rivolta
PROGETTO: Racconti Invisibili

Buonasera mi chiamo Nicola Franco, sono di Taranto. Ho qualcosa da dirvi, in merito a quel problema che è su tutte le bocche degli uomini al momento, quello che si dice in giro, e che è la mancanza di lavoro, la disoccupazione, l’inquinamento e chi più ne ha più ne metta. Anzi a dirla con parole mie, a tutti quanti, tutti quanti: vi stanno portando alla miseria… alla povertà estrema. Tutta la colpa è ’a nostra, cioè ’a nostra… ’A vostra, ’a vostra, perché io non voto, questo è il fatto, io non voto. Lo sai perché non voto? Io sono un pericolo pubblico.

Tratti Documentari è lieta di pubblicare “Il buco nel mare”
audio documentario di Ornella Bellucci,
rielaborato per la sezione “Racconti Invisibili” del Festival Teatri di Vetro (tdv7)

Crediti
con: Nicola Franco e Patrizia Fedele
regia: Ornella Bellucci
montaggio e mix: Gianluca Stazi
musica: Andreas Bennetzen
produzione: Tratti Documentari

Il brano “Half Jazz” è composto da Andreas Bennetzen ed eseguito da Andy Benz.

La fotografia “Alba a Mar Piccolo” è di Sabatino Di Giuliano (Taranto).

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Contestualmente “Lo straniero“, rivista di arte, cultura, scienza e società diretta da Goffredo Fofi, ospita, nella neonata sezione racconti, l’elaborazione in parola scritta de “Il buco nel mare”.

Il testo pubblicato integra due versioni del lavoro, una apparsa sul sito Audiodoc, associazione di audio documentaristi,
l’altra presentata al Festival Teatri di Vetro 7.
Segno che è possibile per una scrittura audio attraversare più linguaggi, restando quel che è, ma anche scoprendosi altro da sé.

Salve mi chiamo Nicola Franco, sono di Taranto. Ho da dirvi una cosa che a tutti quanti credo piacerà: sono un inventore. Vabbè, si dirà, tutti quanti sono inventori, ci sono quelli che fanno le invenzioni, ma io mi sono inventato un’altra cosa rispetto agli altri. Sapete che mi sono inventato? Il buco nel mare. Cosa sarebbe il buco nel mare? Sarebbe un discorso quantomeno da essere ricoverati se lo sentiamo come avviene sto’ fatto qua. Perché è come… Senti, un attimo, ferma.

Io c’avrei da dire un sacco di cose effettivamente diciamo quantomeno da scrostare le coscienze della gente, visto che parlo di un argomento abbastanza serio. La fame. Credo che sia serio, fino a prova contraria.

Mi chiamo Nicola Franco e mi presento a voi in maniera quantomeno, come dire…
La moglie: Aspe’, abbiamo capito.
Aspetta, no, ce l’avevo scritto.
La moglie: Ah, pure?
Eh, sì. Perché non è facile.
Voglio presentarmi a voi in maniera quanto mai insolita, ciò è dovuto al fatto che quello che ho da dirvi vi sembrerà strano, e susciterà uno stupore, quantomeno incredulo, ma posso assicurarvi che è tutto vero e palpabile. Ciò è tutto vero comunque. L’oggetto del nostro campo è il mare. È risaputo da tutti gli addetti ai lavori che in futuro il mare sarà la fonte da cui tra r re sempre maggior nutrimento, difatti i luminari della biologia marina da qualche anno hanno iniziato gli studi, non solo nel nostro paese ma anche all’estero, affinché si trovino soluzioni per economizzare tutto il processo che riguarda, oltre all’alimentazione, anche il modo di allevare i pesci.
Voglio diciamo…
La moglie: L’erba voglio non cresce da nessuna parte.
E infatti, io desidero…

Ti stai presentando. Ma tu chi sei? E perché io dovrei ascoltarti?

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Link:
teatri di vetro
lo straniero
gianluca stazi
andreas bennetzen
sabasan.com
audio doc

Ascolto collettivo dell’audio documentario “Ilva, c’era una rivolta
a bordo di Goletta Verde Legambiente Venezia

Isola della Certosa, Venezia

mercoledì 22 maggio, ore 18:00

La serata sarà presentata dalle socie Audiodoc: Marzia Ciamponi e Elisabetta Ranieri.
L’autrice, Ornella Bellucci, interverrà telefonicamente al termine dell’ascolto. 


Link:
Audiodoc
Goletta Verde Legambiente Venezia

TRAILER: Ilva, c’era una rivolta
NEWS: Ilva, c’era una rivolta
PROGETTO: Racconti Invisibili

Il buco nel mare è un viaggio nella memoria di un figlio della Taranto umida e malfamata, subalterna a quella dello sviluppo industriale.
È il sogno miope e romantico di un uomo, ora sui cinquanta, di restituire la città al mare e il mare alla città.

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Lino sperimenta che costruendo gabbie nellʼacqua e allevando pesci, col mare può creare mercato. Ne appronta tre, quattro in un lembo di Mar Piccolo che occupa abusivamente, riempiendole con semenza di fortuna. Poi realizza il sistema di gabbie come da brevetto, «un brevetto per misurare quanto produce il mare». Mette su una cooperativa per il reintegro lavorativo delle persone detenute, si chiama Fame (la cui ulteriore finalità è risolvere il problema della fame nel mondo). Lʼidea è assumerne almeno tre, con lʼobiettivo di offrire – lui dice – un buon esempio di come «allevare il mare con il mare» senza ricorrere a mangimi industriali.

Crediti
con: Nicola Franco e Patrizia Fedele
regia: Ornella Bellucci
montaggio e mix: Gianluca Stazi
musica: Andreas Bennetzen
produzione: Tratti Documentari

Il brano “Half Jazz” è composto da Andreas Bennetzen ed eseguito da Andy Benz.

La fotografia “Alba a Mar Piccolo” è di Sabatino Di Giuliano (Taranto).
www.sabasan.com

Durata
30′

Periodo di lavorazione

riprese audio: luglio-agosto 2011
prima fase di montaggio: settembre 2011
riprese audio: maggio-giugno 2012
editing finale e mix: marzo-aprile 2013

ABBIAMO PUBBLICATO IL BUCO NEL MARE, CLICCA QUI PER ANDARE ALLA PAGINA

Il 2 agosto 2012, dopo il sequestro senza facoltà d’uso dell’area a caldo dell’Ilva, tra le maggiori acciaierie d’Europa, un’onda nuova scuote Taranto. Per la prima volta, dopo oltre quarant’anni di siderurgia, prima pubblica poi privata, cittadini e lavoratori, insieme, prendono la parola. Per dire che ambiente e lavoro possono e devono stare insieme. Alcuni di loro, organizzati in comitato, conquistano il palco sindacale allestito nella centrale Piazza della Vittoria. Quella piazza quel giorno fa di Taranto la base della denuncia civile, compatta ed esportabile, contro il “malgoverno” e verso la riappropriazione di spazi inviolabili di vita. Sullo sfondo una città alle corde, stretta tra lavoro che uccide, invalida e ammala, e i veleni – copiosi, irrefrenabili, mortali – rigurgitati dalla grande fabbrica.

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L’Ilva di Taranto, di proprietà del gruppo Riva, produce 10 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno, e occupa oltre 12 mila dipendenti, cui vanno aggiunti i circa 3mila dell’indotto. Il gruppo Riva è il nono produttore mondiale d’acciaio. Il solo stabilimento tarantino gli frutta il 70 per cento della produzione.

Crediti
regia: Ornella Bellucci
scrittura: Ornella Bellucci e Gianluca Stazi
montaggio e mix: Gianluca Stazi
produzione: Tratti Documentari

Durata
18′

“Ilva, c’era una rivolta” è stato presentato in anteprima al festival Teatri di Vetro 7 ed è liberamente tratto dal reportage “Ilva, tra lavoro e ambiente” di Ornella Bellucci, trasmesso da Rai Radio3 dal 15 al 19 ottobre 2012.

Periodo di lavorazione
riprese audio: luglio – agosto 2012
prima fase di montaggio: settembre – ottobre 2012
editing finale e mix: marzo 2013

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