Premio AudioDoc, edizione 2014
fare, ascoltare, scoprire lʼaudio documentario
Sette i titoli finalisti che concorrono alla prima edizione del Premio AudioDoc, la sezione competitiva dedicata agli audio documentari, a cura di Audiodoc e Tratti Documentari. Gli ascolti delle opere finaliste avverranno in presenza degli autori. La Giuria popolare assegnerà al miglior documentario il Premio AudioDoc, dal valore di 1000 euro.
Il Premio AudioDoc si inserisce nellʼambito di “Contest, il documentario in sala”, la rassegna dedicata al cinema del reale che si svolge dal 27 maggio al 1 giugno prossimi al Nuovo Cinema Aquila a Roma.
A questo punto
viaggio in un possibile NORD-EST prossimo venturo
di Jonathan Zenti
Dal 2008 lʼItalia attraversa una profonda crisi finanziaria. Ogni anno i governi promettono l’uscita dalla recessione e la “sicura ripresa”, che non arriva. A questo punto è un viaggio nella terra un tempo “miracolata”, il Nord-Est , che ora vive tra le macerie prodotte dalla crisi. Documenta il cambio di quotidianità di chi vive in quellʼarea del Paese dalla “fine della liquidità”, che ha portato molti imprenditori, incapaci di far fronte al cambiamento, al suicidio. Un viaggio impregnato, in particolare, delle testimonianze di imprenditori del settore tessile, il primo ad aver conosciuto la crisi. Sono loro a raccontare come si costruito il sistema di sviluppo del Nord Est, come si è arrivati a oggi, senza anticorpi che gli consentissero di resistere al crollo finanziario. In chiusura, A questo punto offre la parola a chi ritiene che quel modello di sviluppo sia esausto e superato, e sta lavorando per costruirne uno nuovo, dai presupposti differenti.
In mezzo c’è il viaggio nella cicatrice più profonda che segna questo territorio: la valle del Vajont. Il centro della più grande catastrofe causata dall’incuria dell’uomo, ma anche della ricchezza dellʼintero Nord Est, grazie alla legge speciale emanata subito dopo il crollo della frana. Una tappa fondamentale che aiuta a capire come si può ricostruire da zero quando intorno ci sono solo macerie.
anno: 2013
durata: 58ʼ20”
paese: italia
produzione: Jonathan Zenti – rai radio3
con la collaborazione di Luciano Cecchinel e Natalino Balasso voce di Francesca Zoppei
musiche scritte e interpretate dagli “Amari”
C’era una volta il telefono
di Anna Raimondo
Memorie sonore dellʼarrivo del telefono nelle case napoletane. Come “suonava” la voce dallʼaltra parte della cornetta? Comʼera parlare per la prima volta al telefono? Chi erano le commutatrici? E come si comunicava prima del suo arrivo? Scherzi, telefonate anonime e dʼamore colorano questi ricordi, evocando un tempo non lontano, fatto di cornette pesanti, suonerie troppo forti, gettoni telefonici e tastiere.
anno: 2014
durata: 40′
paese: italia
produzione: rai radio3
sound mixing: Corinne Dubien
CIE
di Stefano Liberti e Gabriele Del Grande
Ponte Galeria, periferia ovest di Roma. A pochi chilometri dall’aeroporto di Fiumicino si trova uno dei 13 centri di identificazione ed espulsione (CIE) italiani. Al suo interno sono trattenuti 360 cittadini stranieri. Uomini e donne fermati dalla polizia con il permesso di soggiorno scaduto. Alcuni di loro vivono in Italia da più di vent’anni, a volte sono sposati e
i loro figli sono nati in Italia. Altri sono ex detenuti trasferiti al CIE direttamente dal carcere. La legge prevede che possano essere trattenuti all’interno della struttura fino a un massimo di 18 mesi, in attesa che i rispettivi consolati li identifichino e che le autorità italiane provvedano al rimpatrio forzato.
anno: 2013
durata: 24ʼ
paese: italia
produzione: ZaLab
Condominium
di Alessia Rapone
Il 6 settembre 2013 in via Prenestina, a Roma, viene uccisa Maria Giuseppina Tescione, unʼanziana signora. Il principale indiziato è il nipote che viveva con lei, attualmente in carcere. Questo omicidio diventa lʼoccasione per riflettere sui rapporti fra le persone allʼinterno del condominio. Condominium è una narrazione corale da unʼarchitettura popolare, dove “popolare” significa tutti uguali e inscatolati negli stessi appartamenti. Le relazioni umane possono ancora fare la differenza e rendere il condominio una comunità. Come?
Condomium è anche un esplicito riferimento al romanzo High Rise di James G. Ballard, del 1975, tradotto in Italia col titolo Condominio o Condominium. Lì la storia è ambientata in un grattacielo moderno di una zona residenziale di Londra, qui in un palazzo di fine anni Cinquanta del quartiere Prenestino a Roma. Lì gli abitanti del condominio regredivano alla condizione di primitivi e selvaggi, qui lʼinvito è progredire come esseri umani nella consapevolezza singola e nelle responsabilità collettive.
anno: 2014
durata: 17ʼ44”
paese: italia
produzione: alessia rapone
Ero ora sono
di Davide Tosco
Dalla fine degli anni ’70 e per tutto il corso degli anni ’80 il consumo di eroina in Italia cresce a dismisura. Un fenomeno di proporzioni rilevanti che condiziona le vita di centinaia di migliaia di giovani di tutte le estrazioni sociali. Mentre il paese comincia a subire il fascino delle sitcom d’oltre oceano e Milano diventa da bere, i giovani crescono avvolti da un sentimento di isolamento, affollano le discoteche e perdono lentamente (ma neanche troppo) ogni stimolo alla creatività e alla spinta al cambiamento che aveva caratterizzato la fine degli anni ’60 e il decennio successivo. In questo nuovo panorama cambiano profondamente i rituali e le forme di aggregazione giovanile. Le tribù si ridefiniscono, l’omologazione diventa progressivamente uno dei modelli culturali di riferimento. L’eroina sembra essere la cura per colmare un malessere sociale insito ed esalta una tendenza all’individualismo. Molti ragazzi che fino a ieri avevano creduto nel potere alla fantasia si nascondono ora nella quotidianità del consumo, beni e sostanze diventano la nuova fede. Ero ora sono presenta una serie di testimonianze dirette di alcuni protagonisti di questa tragica stagione, oggi ospiti delle strutture del Gruppo Abele. Ragazzi e ragazze di ieri che con la sostanza hanno a lungo convissuto e che oggi, tra mille difficoltà, continuano a combattere. Dalle loro parole traspare la frustrazione e il rammarico per una gioventù perduta ma anche una speranza: riprendersi la propria vita.
anno: 2013
durata: 24ʼ19”
paese: svizzera
produzione: rsi
musiche: Chapelier Fou
Ucraina, terra di confine
di Anais Poirot-Gorse
Oggi in Ucraina i media sono concentrati su Kiev e sullʼest, sullʼorlo della guerra. Ma come si vive a Ovest del paese? Se gli ultimi avvenimenti hanno radici nel passato, come vengono percepiti gli eventi in corso tra Chernivtsi e Lviv? È avvertita lʼinfluenza della Russia nella cultura e nellʼeconomia? E rispetto allʼEuropa, cosa pensa la gente? LʼUcraina, che alla lettera significa “terra di confine”, antica patria dei Rus di Kiev, diventata indipendente nel 1991, qui si pone la questione della sua identità. La Bucovina, a nord-ovest, è stata a lungo parte dellʼUnione Sovietica. Si parlava russo. Al confine con la Moldavia e la Romania la lingua ufficiale è lʼucraino, ma si parla sopratutto moldavo. Le persone non danno peso a questioni nazionaliste, convinte che la comunità sia naturalmente multiculturale. Quello che grava sulla loro quotidianità è la difficoltà a sopravvivere. Spesso i più anziani rimpiangono lʼUnione Sovietica, i più giovani sognano di entrare in Europa.
anno: 2014
durata: 26ʼ08″
paese: svizzera
produzione: rsi
doppiaggio: Beatrice Carmi e Nicola Bertasi
musiche: Arturo Garra
Urtisti e peromanti: venditori di souvenir a Roma
di Giovanni Piperno
Lavorano per strada dall’alba al tramonto, non conoscono sabati e domeniche.
Qualcuno si ferma solo qualche settimana tra gennaio e febbraio.
Sono da più di un secolo sotto ogni monumento importante di Roma: il Vaticano, il Colosseo, il Palatino, il Campidoglio. Per il comune sono gli Urtisti, per altri i ricordari, o i Peromanti (quelli che vanno pe ’Roma, e rimangono tali anche a Milano o a Capri). Vendono souvenir: cartoline, magneti, braccialetti, rosari, statuine finto marmo d’imperatori, di papi, di madonne. E sono tutti ebrei.
Alla fine dell’ottocento un editto papale permette loro, ancora chiusi nel ghetto, di poter vendere i rosari ai pellegrini. Il ricordaro diventa presto un mestiere diffuso e importante per la comunità ebraica romana, che ha pochissimi lavori permessi fuori dal ghetto. Durante il fascismo viene data loro addirittura una divisa e sul berretto un acronimo: S F V A, Sindacato Fascista Venditori Ambulanti. Le licenze ufficiali si tramandano di padre in figlio, finché le leggi razziali azzerano tutto. Però, perfino con i nazisti in città, i peromanti, divenuti tutti abusivi, continuano a lavorare: vendono ai soldati tedeschi sigarette di contrabbando, lucido da scarpe, lacci, crema da barba. Spesso sono ragazzini, che possono sfuggire più facilmente ai controlli. Quelli che sopravvivranno, rimarranno peromanti per tutta la vita.
Dopo la guerra arrivano i turisti americani, ricchi ed ingenui, poi i giapponesi. I peromanti imparano le lingue straniere, stipano i loro soprabiti di finti monili preziosi, di colorate diapositive kodachrome della città, di camei fatti in provincia di Napoli; si appendono al collo una pesante cassetta di legno, munita di cassettini, lo schifetto, affinano le tecniche di vendita. I papi, grazie al turismo religioso di massa, uno dei fondamentali introiti della chiesa, attirano migliaia di pellegrini. L’urtista – come viene burocraticamente designato dal Comune di Roma, colui che va incontro al turista, lo urta – riesce a guadagnare cifre straordinarie completamente esentasse.
Negli anni settanta cominciano le battaglie per appoggiare lo schifetto: prima sui muri o sui gradini, poi su dei cavalletti; praticamente quattro schifetti attaccati fanno l’equivalente di una bancarella. Chi ha la licenza ottiene di poter aprire un banco. Naturalmente cominciano a spuntare le bancarelle anche degli abusivi. Fino a Papa Wojtyla gli affari vanno bene, poi i problemi economici degli anni duemila e la scarsa attrazione per Papa Ratzinger fanno conoscere la crisi anche ai peromanti.
Con l’arrivo di Papa Francesco si torna ad avere un afflusso importante di pellegrini, anche se ormai la tendenza è sempre quella del turista mordi e fuggi, e si deve lavorare su la quantità, su le comitive, in concorrenza spietata con le guide che portano i gruppi direttamente a comprare dentro i negozi storici di souvenir. Insomma oggi il peromante è forse un lavoro ancora più duro che nel passato, ma molti giovani, che hanno avuto la possibilità di studiare più dei loro padri e dei loro nonni, vogliono continuare a farlo: è diventato un mestiere identitario degli ebrei romani.
anno: 2014
durata: 30ʼ
paese: italia
produzione: rai radio3
in collaborazione con Israel Moscati
aiuto regia: Renato Lambiase
montaggio: Lorenzo Pavolini e Daria Corrias
suono: Giuliano Marcaccini e Paolo Giuliani